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Il titolo scelto dall'autrice racchiude in sé tutta la potenzialità del sentimento poetico, capace di restituire voce al più fievole respiro e di mutare il desiderio in un progetto vivo, individuale, perfettamente calato nella poetica della quotidianità che, in quanto tale, non è mai statica o prevedibile, ma si colora di sfumature e di nuove direzioni, travolgendo le prospettive, trasformandosi, smagliandosi. Ed è proprio in queste pieghe che Miriam Piga scava, nelle anse dei giorni, nelle fratture del tempo o degli affetti, cercando e, quasi pregando, di ritrovare intatta la meraviglia corrosa dal tempo.