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Per tornare alla dignità di uomini, alcuni lasceranno gli usci, abbandoneranno la famiglia, la sagrestia, il lavoro, il libro, e andranno verso notti insonni e fredde da passare con le orecchie ben ritte. Verrà la fame con il suo cerchio di fauci spalancate, e la paura, con il gelo che inietta nelle ossa, pietrificandole. Sarà un vivere d'ombre sparse, un travisarsi al limitar della morte, un tramutare casolari in fortezze, un cambiarsi i nomi per lasciarli, regalo viscerale, ai salutati affetti. Tutto per potersi ritrovare dopo, ancora esseri imprecisi e discordanti, ma liberi. Speranzosi nell'accoglienza di un ritorno che non abbia dimenticato il nome lasciato. Una parte di tutto questo ha sfiorato Fabio.