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L'epica del ritorno è uno dei più antichi e nobili generi letterari. Il protagonista sembrerebbe essere quello che "ha sfondato"; uno che ha avuto successo nella vita e che torna in un luogo natale in cui ritroverà molto, capirà poco, ma ricorderà tutto. Ne valeva la pena? Cerca di capirlo e si ritrova a rivedere il suo "incipit", costituito da personaggi dei suoi anni trascorsi e scopre che neppure le novità più sorprendenti riescono a lasciare il segno, che nemmeno i sentimenti più aspri sono, dopo tutto, degni di un ricordo. Ma tra il ritorno e la ripartenza, le esperienze graffiano; vogliono imporsi. È una storia di presenti che si mescolano al passato, che sembra senza luogo e senza tempo. È una storia di sempre e di ovunque. E quello che sembrava il protagonista diventa, novello Ismaele, narratore e testimone di vicende dove chiunque può riconoscere qualcosa di sé. Ma, alla fine, chi è il vero protagonista del libro? La città indefinita, dove si svolge la vicenda o la vicenda stessa? O quale, tra i personaggi che si incontrano e quelli che, invisibili, tessono le trame di destini non loro?