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Filosofia e scienza consegnano all'essere umano un mondo incerto, dove l'oggettività, l'assoluta prevedibilità e la certezza non esistono più. Nella complessità le catene causali si mischiano fino a perdere la loro funzione deterministica, e allo stesso tempo piccolissimi cambiamenti nelle condizioni iniziali di un fenomeno causano cambiamenti giganteschi nella sua evoluzione. Nella complessità l'ambivalenza e la compresenza di tesi e antitesi è la norma. Anche la psicologia ha da tempo abbandonato la via che portava ad immaginarsi l'essere umano come semplice o al massimo complicato, lineare e spiegabile in tutte le sue determinazioni, e una psicoterapia che si occupi dell'esistenza non può certo fare a meno di confrontarsi con la complessità. Nell'intreccio di filosofia, scienza e psicoterapia della Gestalt prende forma un modo nuovo di guardare alla complessità umana. La filosofia e la scienza diventano gli ingredienti principali di un fare terapeutico allo stesso tempo semplice e complesso; la semplicità del metodo fenomenologico incontra la multidimensionalità della complessità in psicoterapia. La psicoterapia della Gestalt porta in dote un fare semplice spogliato da costruzioni mentali artificiose e inutilmente complicate, e mantiene in sé il seme di una visione del mondo capace di rendere merito e dignità alla complessità dell'esistenza. Navigando tra il semplice e il complesso si possono immaginare le molteplici ambivalenze e conseguenze di un'emozione, di un pensiero, di un'azione, e una loro gestione creativa.