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"Che cosa tralasciare e su che cosa soffermarsi?". Questa epigrafe con cui Karl Popper apre La ricerca non ha fine. Autobiografia intellettuale segnala il problema che Gianfranco Dioguardi ha cercato di risolvere scegliendo alcuni dei suoi articoli pubblicati su La Gazzetta del Mezzogiorno e qui riproposti quasi a voler rappresentare una sorta di "autobiografia intellettuale". «Gianfranco Dioguardi - scrive Giuseppe De Tomaso nella Prefazione - è uno tra i pochissimi pensatori italiani ed europei a fare propria la missione che il suo grande amico Leonardo Sciascia assegnava alla figura dell'intellettuale: sconfessare, sfatare i luoghi comuni. Proposito fattibile e obiettivo raggiungibile, a una sola condizione, però: aver assorbito in pieno la lezione dell'Illuminismo, ossia aver accettato il primato della ragione e della tolleranza su ogni altro mito ideocratico e teocratico in circolazione nel mondo. Scritti mai banali, ma sempre densi di riferimenti e suggerimenti, intuizioni e riflessioni, e sempre fortificati dalla mania d'accertamento, tipica dell'uomo di scienza».