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Attraverso le parole si attivano tutti i sensi. La forma di "Accenni" assomiglia a un componimento poetico. Anche nel ritmo delle frasi ritroviamo una tensione lirica; le pause della punteggiatura suggeriscono un respiro necessario alla metabolizzazione dei frammenti, che legati tra loro prendono vita come i pensieri, precisi e vaghi, allo stesso tempo. Il ricordo diventa immagine e viceversa l'immagine reinventa un ricordo, filtrata e arricchita dalle personali esperienze emotive del lettore che collabora, senza probabilmente rendersene conto, alla stesura del testo, in una ragnatela invisibile di suggestioni che legano il passato, il presente e il futuro, il nostro e quello dell'autore, nell'eterno andirivieni dell'esistenza. Come l'occhio si prepara all'immagine così anche il cuore si adatta al tempo necessario all'assorbimento delle parole; qui la sensibilità dell'autore può e deve diventare universale, e ci racconta una neanche troppo celata bellezza che attende, impaziente, il nostro ritorno.