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"Agnese e Rodolfo, teneri fantasmi di un passato per niente mitico, si trovano faccia a faccia con il loro autore, lo accarezzano con un pizzico di tenero scherno, gli domandano se ci sia ancora fiato per il neorealismo, e se esso possa inverare l'antico legame ineluttabile tra amore e morte. Si rimane col gusto agrodolce di un viaggio in luoghi remoti ma familiari, dopo aver accompagnato i due protagonisti nella loro camminata tra le macerie materiali e umane del secondo dopoguerra, come di giornata uggiosa che sovente trasmette allegria." Prefazione di Claudio Dionesalvi.