Tab Article
All'ombra del cespuglio di lauroceraso cresciuto a dismisura in un angolo del giardino, l'uomo, seduto su una panchina di cemento, fissa un punto lontano. Ospite da oltre un anno della clinica "La quiete" appare molto più vecchio dei suoi cinquantacinque anni. Le dosi massicce di farmaci gli hanno demolito il corpo nel tentativo di ridargli una parvenza di equilibrio mentale. Qualche risultato lo hanno ottenuto, riesce, anche se a fatica, ad esprimere frasi di senso quasi compiuto. Lo incontro uscito da poco da una delle crisi che lo costringono a periodi più o meno lunghi di isolamento. Gli chiedo con molta prudenza se ha voglia di parlare, di raccontarmi i fatti straordinari vissuti da protagonista, fatti che gli hanno devastato il cervello. Non risponde, resta immobile, poi gira lo sguardo su di me distogliendolo da quel punto lontano. Quando finalmente incomincia a parlare è una diga che ha rotto gli argini, le parole escono dalle labbra come una cascata.