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Quando si dà credito a ciò che gli altri (i "primitivi", i "selvaggi", i "sottosviluppati": i non occidentali) ci dicono, quando si ammettono le loro cosmovisioni come tanto valide quanto la nostra, si spalanca un panorama sorprendente e vertiginoso, composto di una molteplicità di mondi umani organizzati secondo linee assai diverse da quelle che percorrono il nostro. Non solo, dunque, un altro mondo è possibile: gli umani sono capaci di innumerevoli mondi e molti di questi già popolano il pianeta. Che aspetto hanno questi mondi, quando li guardiamo come possibilità alternative di essere umani? E come entrare in relazione con essi rispettandone la logica culturale e l'intima armonia? Questo volume presenta una manciata di scorci di mondi altri, proposta da autori che interpretano l'antropologia come avventura filosofica e impegno diplomatico. Che si tratti di costruire persone producendo corpi che conoscono; di rendere incompleti gli individui; di diventare soggetti in un lento processo di individuazione che dura fino alla morte o della paura di fronte alle forze che ci desoggettivano, ciascun modo dell'umano va compreso secondo i suoi propri principi, nella coerenza e nell'intelligenza delle relazioni che sa intessere e della conoscenza che sa produrre.