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Per più di due anni la nave è rimasta adagiata su un fianco su uno scalino roccioso sugli scogli delle Scole come un cetaceo spiaggiato. Immobile, impassibile, davanti al trascorrere del tempo in cui si è pianto e detto molto: dalle indagini sul tragico "inchino" fino all'ormai famoso "Torni a bordo " del Capitano De Falco rivolto al Comandante Schettino. Poi la frenesia delle ricerche, la rassegnazione e il dolore per la perdita di 32 esseri umani (27 passeggeri e 5 dell'equipaggio) che nulla hanno potuto contro una delle più gravi tragedie della marineria italiana. Fino a che il relitto della Costa Concordia non fu portato nei cantieri di Genova per essere definitivamente smantellato diventò, suo malgrado, il monumento alla stupidità umana visibile da ogni parte dell'Isola.