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Il racconto di un'unica estate passata da una bambina di dieci anni con la madre, negli anni '50 in un villaggio di immigrati arrivati da poco dall'Europa in Israele. Il suo nome, Aviha, "un nome strano" che significa "il padre di lei", ha già in sé il filo della narrazione: il rapporto con la madre, un'ebrea polacca sopravvissuta alle atrocità dei nazisti, la ricerca del padre, morto prima della sua nascita. Quell'estate la sua vita, già difficile con una madre reduce da traumi irreparabili, subirà anche l'ostilità del mondo che le circonda, una forma di rifiuto per ciò che rappresentano. Ma Aviha non smetterà mai di cercare con tutte le sue forze l'affetto e l'armonia, e combatterà per le sue passioni.