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Il lavoro ha come focus l'esame del catasto onciario, uno strumento tecnico-finanziario introdotto intorno alla metà del XVIII secolo da Carlo di Borbone finalizzato a ottenere un quadro dettagliato della situazione patrimoniale dei sudditi del Regno di Napoli. I dati seriali ottenuti permettono di comprendere la società settecentesca della Serra di Santo Stefano del Bosco, oggi Serra San Bruno, attraverso una visione multiforme, non dall'alto verso il basso, ma in maniera orizzontale e nella sua completezza. Dall'analisi, implementata da notizie desunte da rogiti notarili e da fonti ecclesiastiche, emergono le diverse classi sociali, la gente comune proiettata nella vita quotidiana, preti e benestanti, massari e contadini ma soprattutto gli artisti, pittori, scultori e architetti, e gli artigiani che costituivano la celebre maestranza, impiegata in tutto il Regno per l'abilità nel lavorare il granito, il ferro e il legno. Gli autori prendono poi in esame la famiglia, legata alle tradizioni e alle consuetudini sociali, l'identità onomastica e la pratica del censo bullare.