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Art Kane, un maestro della fotografia del xx° secolo. Il catalogo della grande retrospettiva al Made in Cloiser, Napoli 2019. Fotografie classiche e meno note che hanno contribuito a formare l'immaginario visivo della seconda metà del Novecento. Per tutti Art Kane (1925-1995) è il leggendario fotografo che un mattino d'agosto del 1958 immortalò per la rivista "Esquire" 57 leggende del jazz su un marciapiede della 126ma strada, a Harlem. Per molti Art Kane è stato anche di più: un illusionista, il maestro di un impressionismo fotografico che ancora oggi sollecita emozioni e distilla idee. Newyorkese del Bronx, dopo aver studiato con Alexey Brodovitch alla New School, insieme a Richard Avedon, Irving Penn e Diane Arbus, all'età di 27 anni Kane è diventato il più giovane art director della storia. Nel 1958 la consacrazione come fotografo con il ritratto delle leggende del jazz a Harlem. Ha poi attraversato gli anni Sessanta, Settanta e Ottanta come una furia, rivoluzionando la fotografia con quel suo esprit selvaggio, scoprendo tecniche nuove e personalizzandone altre per liberarla dal suo presunto "verismo". Ha lavorato per la moda, l'editoria, realizzato ritratti di celebrità, reportage di viaggi, e trattato il nudo con un occhio implacabile e innovativo, all'insegna di tre elementi fondamentali: colori ipersaturati, erotismo e umorismo surreale, al pari, se non meglio, dei suoi contemporanei Guy Bourdin e Helmut Newton. Trent'anni prima di Photoshop, armato solo di un tavolo luminoso e di una lente di ingrandimento, Kane è divenuto un vero e proprio pioniere di una narrazione fotografica che si è avvalsa anche di metafore e poesia, trasformando, di fatto, la fotografia in illustrazione. Tutte le sue fotografie sono pervase dalla sua incontenibile passione per la vita, per l'essere umano e per una cultura popolare da interpretare attraverso simboli. Le sue visioni comunicano sempre un personalissimo punto di vista: sul razzismo e sulla guerra, sul misticismo o sul sesso, sulla moda o sulla musica. Nulla appare come ce lo aspetteremmo: le immagini suggeriscono, provocano, spiazzano, ma tocca a chi guarda completare il quadro. Le sue fotografie sono oggi nelle collezioni permanenti del Museum of Modern Art e del Metropolitan Museum of Art.