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Durante la Grande Guerra, grazie a miliardi di lettere e cartoline, i soldati e le loro famiglie cercarono di tenere saldi gli affetti più cari in quella bufera che avrebbe sconvolto le loro vite per quattro anni. Piccoli pezzi di carta spesso affidati a un destino incerto, scritti in circostanze fisicamente e psicologicamente difficili, quando non addirittura estreme. Un universo incalcolabile di sentimenti distrutti dalla furia degli eventi, trattenuti soltanto da quella sottile ma fittissima ragnatela di parole, sempre più agitata dal vento della guerra. Nell'immenso meccanismo di morte del quale i soldati erano soltanto microscopici ingranaggi, le loro cartoline finirono col sintetizzare inevitabilmente gli effetti capillari della propaganda con un insopprimibile desiderio di pace, talvolta nascosto nell'ultima premurosa rassicurazione inviata alla famiglia prima di scomparire per sempre.