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Quando tra penna e cuore si crea un felice connubio, si scrivono pagine come quelle di Valentina Lippolis, dove ogni traccia di inchiostro è un palpito di vita passata, presente e futura. "Il fantasma visibile" è una voce che parla di sé, a volte con tono di sfida squarcia il silenzio del dolore, altre è un sussurro, un balbettìo incerto che cerca risposte, che vuole carezze. Valentina racconta così la sua esperienza di figlia che resta aggrappata nonostante tutto alla sua roccia, che tiene stretta quella mano che a tratti le scivola per poi riprendere e stringere più forte di prima. Pagina dopo pagina, la sua penna scende nei meandri del cuore, attraversa i ricordi che diventano spine e sorrisi, raccoglie immagini che si stampano indelebili nei suoi occhi verdi, nei loro occhi verdi; resta sospesa sul foglio bianco della speranza, e la parola si fa preghiera. Pochi passaggi di vita, salti lontani ma essenziali ricostruiscono un'esistenza, un io lacerato e composto nello stesso tempo. Un percorso breve in superficie ma infinito nella sua profondità; qui, paura e coraggio si intrecciano come le spire elicoidali del DNA e diventano un'unica linfa vitale, energia e forza.