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Una storia vera tratta dai documenti dell'archivio storico di Perugia. Siamo nel 1511: Mosè, ebreo che vive ben integrato a Gualdo (oggi Gualdo Tadino, in Umbria), viene accusato dall'allora vicario vescovile di Nocera Umbra e dall'Inquisitore di reati gravi come furto, ricettazione ed empietà e portato in tribunale, dove subisce un processo. Il suo destino sembra segnato: come potrà un israelita, già di per sé stesso, oggetto di discriminazione, scamparla in una situazione del genere? Eppure, forse perché Gualdo di allora era eccentrica, sia perché i gualdesi consideravano Mosè un "bon cristiano", alla fine succede qualcosa di assolutamente imprevisto. Una storia vera e edificante.