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La teologia cattolica è infarcita di assurdità e fallacie. Essa è il risultato di venti secoli di astratte speculazioni ed è ancorata ai miti biblici, forma ingenua e primitiva di espressione dell'esperienza trascendentale ormai morta. Di conseguenza anche la teologia è morta. Può sembrare azzardato affermare che lo stesso papa Francesco avverta qualche disagio in materia, ma una sua nota esternazione fa riflettere: «La morte in croce di Gesù è un fatto storico; invece credere nella sua resurrezione è un atto di fede». La parola «invece» sembra indicare la differenza tra il reale e l'irreale, tra la storia e il mito. Tra l'altro, il catechismo afferma che la resurrezione è un «fatto storico». Cosa pensare allora, seguendo Francesco, di tutti gli altri «fatti storici» della religione cattolica? Il pane e il vino, nell'eucarestia, diventano realmente carne e sangue di Gesù? Oppure ritenere che ciò avvenga è solo un atto di fede? E cosa separa la fede dal mito? Questo saggio cerca di offrire risposta a queste domande.