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Domenica 11 giugno 2017 a Piacenza gli elettori sono stati chiamati a scegliere chi avrebbe guidato la città per i cinque anni successivi. La candidata del centrodestra Patrizia Barbieri o il candidato del centrosinistra Paolo Rizzi? Oppure sarebbe stata la volta buona per il Movimento 5 Stelle con Andrea Pugni? E ancora: avevano speranze gli indipendenti Massimo Trespidi, Luigi Rabuffi e Sandra Ponzini? Mentre ancora la competizione era in corso, però, c'era chi aveva già vinto: Stefano Torre, il candidato bionico. Che si presentava forte solo del suo stile sopra le righe e delle sue idee all'apparenza stravaganti: realizzare un vulcano a Borgoforte e rendere navigabile il centro della città, realizzare un vinodotto a servizio dei privati e distribuire gratuitamente il Viagra, dichiarare guerra a Parma e addirittura vietare la morte. In realtà dietro ogni provocazione c'era una critica dura e puntuale alla politica vera, quella delle promesse non mantenute e del distacco dai cittadini. Così Torre diventava un mito, invitato alla "Zanzara" da Giuseppe Cruciani e a Rai3, raccontato con passione da Andrea Scanzi sul "Fatto Quotidiano" e tanto altro ancora.