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"Senza veli" nasce da un'esigenza intima ma allo stesso tempo pratica, di carattere storico e didattico: restituire al lettore l'autenticità storica di una donna, che fu monaca e signora di Monza. Come se scrivesse un diario, la protagonista si racconta e racconta la sventurata sorte di tante altre anime innocenti costrette alla monacazione forzata. Un velato dualismo percorre l'intero scritto: nei contrapposti sentimenti provati dalla suora e dalla donna, negli slanci egualmente tormentati di perdizione e redenzione, nello stridente contrasto tra il mondo rigoroso del convento e il vitalismo ancestrale delle tradizioni rurali monzesi e brianzole del XVII secolo. Completano l'opera gli Atti del processo. Incredibilmente simili, le diverse deposizioni continuano ad emanare un fascino inquietante e terribile, il cui riverbero perdura, pronto a sconvolgere la sensibilità del lettore.