Tab Article
Ironico, dolcissimo, violento. Guglielmo Manenti discende, come Hugo a Parigi, nel ventre di Palermo, alla scoperta delle creature minacciose e benigne dell'Inconscio: le stesse in cui possiamo imbatterci nei film di Ciprì e Maresco o nei murales del centro cittadino. Ne risulta un labirinto di luoghi, reali e immaginari, in cui è quasi impossibile orientarsi. Ci prova, senza troppa convinzione, Andrea Guastella in una narrazione surreale ispirata alle visioni di Manenti. L'allucinazione, il viaggio o il sogno durano un paio di giornate, ma, nei rimandi alla grafica, gli eventi si distendono in una dimensione che non ha niente a che spartire con il tempo: quella della pittura e della poesia.