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C'è una pianura, a sud di Salerno, che si stende lungo il fiume Sele e costeggia il mare con una pineta fitta e ricca di storie. Qui una popolazione di invisibile - marocchini, algerini, rumeni, indiani... - sopravvive lavorando nei campi, alla ricerca, fin dalle prime ore dell'alba, dell'ingaggio che consenta loro di sfamarsi. Ahmed è un giovane marocchino, esperto nella raccolta delle pigne. Nessuno è più veloce di lui nel riempire i sacchi sulle alte chiome dei pini. Un giorno, durante la raccolta, trova un crocifisso d'oro intarsiato di diamanti e lo nasconde in tasca. Quel talismano - paradigma di un'intera civiltà - porta con sé sogni e paure, costringendo Ahmed a una difficile battaglia interiore. Caporali disumani, prostitute romantiche, allevatori indiani, trattoristi specializzati, capre, bovini e case più simili a pollai che ad abitazioni per l'uomo emergono da una scrittura materica e onirica al tempo stesso, che ha il respiro dei grandi narratori sudamericani, fa parlare direttamente gli alberi e Gesù Cristo e - nel raccontare - svela la trama sottesa alla disperata ricerca della felicità che, da sempre, spinge gli uomini a migrare come uccelli.