Tab Article
Poco dopo la mezzanotte dell'otto settembre 1943, la scarica secca dei Moschetti 91 di un plotone d'esecuzione italiano agli ordini di un giovane ufficiale fa scempio di cinque soldati riservisti della Territoriale di Acquappesa accusati di diserzione. Sono tutti reggini, padri di famiglia che sognavano di tornare a casa, dopo una guerra perduta e la resa incondizionata con cui le dirigenze italiane avevano perfidamente tradito amici e nemici. L'esecuzione ha luogo a ridosso di un ulivo presso il cimitero di Acquappesa proprio mentre il re, il comando supremo e un pasciuto seguito di felloni, lasciato l'esercito senza ordini, si preparano a fuggire rocambolescamente da Roma a Brindisi per scongiurare la reazione tedesca. La giustizia militare che indagherà sui presunti responsabili dei fatti non verrà mai a capo di nulla. Solo la Corte dei conti statuirà che i cinque militari della Territoriale furono vittime di "un atto illegale grave".