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«E allora si alzano da terra, un po' alla volta, tutti quelli che soffrono d'amore, tutti i non più amati, i persi negli abbandoni improvvisi, tutti i fiduciosi in sé stessi, i fiduciosi nell'altro che a volte arrivano a essere, tutto il corteo dei dolenti, dei fuori misura, degli scartati alla conta del fato, tutti gli innocenti d'amore che hanno perso il nome, i mangiatori di tempo che saltano gli anni e i ricordi per provare daccapo, tutti i tremanti d'indugio, gli sfiduciati nell'intelligenza, i sorridenti fino a un certo punto, ecco, si alzano, un po' alla volta, illesi dalla vergogna di indolenzire il mondo con l'ansia, e appena in piedi sembrano sani, nessuno nota più piegature nel solco dei graffi, lo sguardo slogato ben presto s'appiana, non vorrebbero far rumore ma intanto è tutto uno scrocchiare d'ossa, uno struscio di fiati che pare coro, e il mondo intero, o il poco rimasto, si volta a guardarli e già li impara.»