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«Orazio Contessa (1860-1936), impiegato comunale, non s'era iscritto al Monte Pensioni e, quando fu posto a riposo, si dibatteva in gravi difficoltà finanziarie. Le qualità morali e intellettuali del Contessa avrebbero dovuto essere prerogative sufficienti per farlo vivere da signore onorato lasciandolo in casa a poetare. Ma il genio artistico non fu mai apprezzato dai politicanti locali. I quali si valsero della penna del Contessa per mandare alle stampe proclami, manifesti e articoli polemici ai tempi delle battaglie elettorali, senza mai pensare, e ne avrebbero avuto il dovere, di raccogliere e pubblicare ciò che egli scrisse a tempo e luogo, fra cui "Le nuove oche del Campidoglio", con rilievo scenico originalissimo, dove sono messi in ridicolo i tempi democratici, quando la buona gente dei campi e dell'artigianato acquistava seggi al Consiglio Comunale, senza averne la competenza. Se questo poeta fosse stato valorizzato per il suo genio artistico, noi avremmo avuto in Agira un secondo Orazio del primo secolo.» Giuseppe Di Franco, scrittore agirino (1875-1963).