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"La Genova dei primi anni '60 era il crocevia dei pensieri giovanili che arrivavano dagli Stati Uniti per poi dilagare in tutta Europa. Genova, città all'avanguardia nell'autonoma formazione dei suoi ragazzi che, proprio dalla canzone, trassero la maggiore ispirazione per una riforma musicale del comune pensiero dell'amore e della vita. Tutto l'impegno e il fervore innovativo profuso da pochi, sul finire degli anni '50, ha immortalato il nome della nostra città inserendola nella definizione di uno stile musicale unico: "La Scuola Genovese dei Cantautori" U. Bindi, F. De Andrè, B. Lauzi, G. Paoli e L. Tenco: sono questi i cinque giovani che allora, quando non esisteva ancora la parola "cantautore", inventarono, forse inconsapevolmente, un modo nuovo per esprimere le paure, i desideri e le aspettative della generazione del dopoguerra. Erano tempi di battaglie per il lavoro, per il progresso sociale e per il futuro di ognuno di noi: gli arrabbiati degli anni '50 vedevano nuovi orizzonti da raggiungere in fretta ma con una nuova determinazione e concretezza rispetto al passato. I cinque artisti genovesi cantavano questo e i giovani si riconobbero nelle loro idee fatte canzoni. In seguito la Genova musicale prese coscienza che, seppur in modi e stili diversi, un certo discorso poteva continuare anche in tempi più recenti, soprattutto per le mutate esigenze musicali di ognuno di noi, ecco perché... e altre storie." (dall'Introduzione dell'autore)