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A novant'anni compiuti, Salvatore Niccoli continua a porsi domande sull'esistenza, la storia dell'universo, le nuove scoperte scientifiche. Si interroga sulla vita, sulla morte, passa dai massimi sistemi al personale ed intimo. Confessa i suoi dubbi e le sue paure, i desideri e i ricordi. Scrive di getto con pochi ripensamenti e mano felice, seguendo il filo dei suoi pensieri e delle sue riflessioni. Il tono è quello di una conversazione amichevole, a volte ammiccante. Si rivolge al lettore come a un sodale e complice, gli da consigli di lettura, lo coinvolge nel suo flusso di coscienza, non ha paura di essere frainteso eppure di tanto in tanto sembra chiedere scusa al lettore amico e gli concede una pausa, attingendo alla sua vastissima produzione di racconti e ricordi.