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Il poeta tedesco non tolse alcun velo ai retaggi della Sicilia classica, perché già altri lo avevano fatto. Non ebbe remore infatti nel lasciarsi guidare da Riedesel, di cui teneva le annotazioni siciliane "come un breviario o un talismano". Con l'isola delle grecità stabilì comunque una forte intimità poetica. E anche la variegata natura siciliana contribuì a suggestionarlo, facendolo sentire "naufrago" in luoghi che, in virtù dei loro richiami, si presentavano al suo sguardo come un sorprendente riepilogo della mediterraneità. Ancorandosi alla memoria omerica, si sentì attratto quindi dalla figura di Odisseo. Interloquendo da vicino e in modo stringente con la Sicilia del mito, che vedeva prendere forma dalle rovine antiche e dai paesaggi naturali, Goethe completava in definitiva un percorso estetico, lungo una prospettiva che avrebbe avuto risonanze significative nell'immaginario intellettuale germanico e mitteleuropeo. Con buone ragioni, il neoromantico Hugo von Hofmannsthal, in uno testo del 1925, Sizilien und wir, affermava che "non c'è tedesco il quale, nel toccare il suolo di questa isola, non trovi nel genio di Goethe un inseparabile compagno".