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Dopo aver scritto "Il viaggio", è nata spontaneamente nell'autore l'idea del "Ritorno", anche se non era chiaro dapprima di quale ritorno si trattasse: non certo ai ricordi di una vita di cui parla già il primo libro. Forse a quelli di una vita precedente, o il ritorno alla vita in un'incarnazione successiva? Oppure, attraverso queste e altre innumerevoli tappe, il lungo percorso di ritorno all'indicibile origine, meta e senso di ogni cosa? La nostra vita fa parte di questo cammino. Il libro si sviluppa così in una ricerca sul senso della vita, su "chi siamo" veramente: un essere spirituale, il Sé, che il nostro piccolo Io non conosce e che sembra perduto nell'esistere, soprattutto in un tempo come il nostro, in cui è scomparsa la coscienza dell'essere, ossia dell'anima e di Dio. Il ritorno di cui si parla e che è oggi drammaticamente urgente, è quindi quello che ci riporta all'essere, cioè a noi stessi, se ci rendiamo appunto conto della nostra vera natura. Vittorio Mazzucconi ci fa pensare agli uomini del Rinascimento, di cui ha la poliedrica apertura, ma la rinascita che egli propugna con le sue idee e le sue opere, è per il mondo di oggi, con un impulso al suo rinnovamento.