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L'autore ci conduce nelle terre del Molise immergendoci piacevolmente in un mondo in cui persistono valori etici e paesaggistici ancora in gran parte incolumi dalla trasformazione globale che ci sta omologando e massificando. E lo fa con una sana e umanistica lentezza, estranea al turismo del mordi e fuggi, attraverso un racconto pacato e sereno, così come ha fatto nei suoi scritti precedenti. Questo libro infatti è la naturale continuazione della indagine che l'autore conduce da diverso tempo alla ricerca delle radici della gente molisana, gente semplice e insieme profonda, sensibile, ma anche forte, ricca di autentica religiosità, oltre che di sapiente e pratico realismo, di cui ha narrato in "Pane e vino". Lì, sebbene presenti una vita dura e soggetta a imprevedibili catastrofi, il nostro autore non enfatizza né drammatizza la fatica, ma la valorizza in una dimensione etica e, in un'Italia dalla rapida espansione industriale del dopoguerra, mostra invece un mondo ritmato con le stagioni e con le ricorrenze religiose, sottolineando le suggestioni nate dal contatto con la terra, con le forze della natura e del soprannaturale. Prefazione di Francesco D'Episcopo e postfazione di Gaspero Di Lisa.