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"Sì somiglianti al vero che l'occhio ne restava ingannato, e la mente delusa nel credere naturale quello che vedeva dipinto". Così Diego Zannandreis descrive i quadri di Sebastiano Lazzari, cogliendo appieno l'essenza del trompe-l'oeil. Nel tentativo continuo della pittura di farsi perfetta mimesis del reale, questo genere ne costituisce infatti il colpo di scena, l'espediente teatrale, il banco di prova del virtuosismo del pittore. Mentre, nella sua declinazione da cavalletto, il trompe-l'oeil si afferma nell'Europa del Nord fra XVII e XIX secolo, in Italia sembra farsi strada timidamente, solo in alcune regioni, restando legato a una produzione di nicchia mai del tutto affrancata dalla natura morta. Nel suo porsi come 'inganno dell'occhio', il genere non poteva non affascinare Federico Zeri. A partire dal significativo nucleo di 214 fotografie raccolte dallo studioso, il volume si propone di mettere ordine all'interno di un materiale che,, per l'Italia, non ha ancora avuto un'adeguata trattazione scientifica. Con un apparato di oltre 140 immagini, Giulia Alberti dà conto di opere spesso inedite, mette a fuoco la produzione di una moltitudine di artisti, ne amplia il catalogo e individua personalità ancora sconosciute, dando così vita a uno strumento indispensabile per le future ricerche in tale ambito.