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I ?testi di Paolo Ferrante che accompagnano la pittura di Connie Sciacca si aprono con il primo Capitolo, L'Apocalisse, dei quattro che lo compongono e con la citazione del ventiduesimo capitolo dell'ultimo libro del Nuovo Testamento e della Bibbia, il più misterioso, il più affascinante. La prima poesia, Albero della Vita, è un dialogo ritmato dall'anafora "dimmi" che ritorna all'inizio dei versi: è una richiesta o un'invocazione affinché l'uomo possa nutrirsi dei suoi frutti. Ma è anche una speranza. La lotta dell'uomo per la giustizia, per la verità e per il bene è condizionata dalla sua natura fallibile; vorrebbe farsi giudice del bene e del male ma la responsabilità è tremenda, non può farcela da solo. Per questo quell'albero è così importante, è un continuo richiamo alla sua forza vitale, alla vittoria del bene sul male, alla vittoria della vita sulla morte. Le opere di Connie Sciacca e, di conseguenza, gli scritti di Paolo Ferrante si muovono in questa direzione.