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Come ha reagito la sanità umbra allo stress test della pandemia? Come era cambiata già prima del 2020? E come infine, oggi, alla luce del Covid, va rifondata? Sono queste le domande a cui cerca di dare una risposta questa prima sezione della rivista. Luca Ferrucci (ordinario di Economia all'Università di Perugia) e Cecilia Chirieleison (docente di comunicazione d'impresa nello stesso ateneo) hanno studiato l'impatto del ciclone pandemia secondo quattro variabili: la capacità di fare tamponi, i vaccini somministrati rispetto a quelli consegnati, la copertura vaccinale completa per gli ultrasessantenni, i letti nelle terapie intensive. Le performances dell'Umbria la collocano all'ottavo posto dopo Emilia Romagna, Toscana, Veneto, Lombardia Valle d'Aosta, Trentino Alto Adige e Lazio: un po' al di sopra quindi di metà classifica con alcune differenze però molto significative. La regione infatti va meno bene per copertura vaccinale degli ultrasessantenni (nono posto) e decisamente male per i letti in terapia intensiva (penultimo posto); mentre va meglio per l'intensità dei tamponi (quarto posto) e per la percentuale dei vaccini inoculati rispetto a quelli consegnati (sesto posto).