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Nel "Che cosa è la filosofia?" si percorre un itinerario speculativo che si propone come esplicazione di una visione: la filosofia «continuerà sempre l'eterna sua opera di indagine che non pone capo a scoperta che non ponga una nuova indagine, appunto perché sa che il dover suo non è di scoprire ma di indagare; altri pianterà la bandiera e griderà vittoria, altri avrà il possesso e il dominio. Essa dissoda e di questo dissodare è paga. Essa, Penelope della realtà, disfà la notte la tela che di giorno tesse, appunto perché sa che l'essenziale è l'attesa d'Ulisse non il compimento della tela: L'Ulisse, il Principio stesso dell'essere, che pur sempre giungendo, immancabilmente, non si esaurisce giammai. La filosofia perciò è, della umana realtà, moto vitale».