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L'ingegnere pietroburghese Pëtr Garin, inventore dell'iperboloide, una macchina che genera un raggio di calore di enorme potenza, vuole impadronirsi del mondo, con la complicità di Zoja, un'avventuriera russa, e con i soldi del miliardario americano Rolling. A impedirglielo ci penserà Vasilij Sel'ga, poliziotto bolscevico. Tra ironia, critica sociale e politica, condanna della guerra (il romanzo evoca continuamente la tragedia della Prima Guerra Mondiale), e fughe nel fantastico, L'iperboloide dell'ingegner Garin è un piccolo gioiello della letteratura mondiale tra le due guerre. Nel 1965 il regista Aleksandr Ginzburg ne trasse un film omonimo.