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Nel volume si fa un'attenta lettura del metodo educativo di responsabilità personale e sociale ideato da Tullio Granci, educatore umbro nativo di Città di Castello. Tullio, sviluppando un'azione educativa di ottimismo, di fiducia e di obiettivi trainanti, ha posto le basi all'essenza stessa del vivere civile e democratico, sperimentato dagli "scugnizzi" del dopoguerra prima e dai "giovani a rischio" poi, come bene di ciascuno e di tutti i membri della "Repubblica". In tal modo è riuscito a far amare la scuola, il lavoro e l'onestà restituendo ai ragazzi la propria dignità personale. Compito dell'educatore, per Tullio, è quello di indicare via via una pluralità di traguardi sempre più consistenti, in un intervento a spirale verso la meta più alta quale la formazione personale e sociale del giovane racchiusa nella dizione-obiettivo: lo "spirito del villaggio" sintesi di lealtà, giustizia e libertà, nella fraternità.