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Esistono aspetti del pensiero che sfuggono al controllo razionale: la parte più nascosta dell'essere, il "lato nascosto" indagato dagli studiosi della mente, quello che nel 1973 i Pink Floyd celebrarono con "The Dark Side of the Moon", capolavoro della storia del rock. Su questi principi è maturata la più recente indagine artistica di Mauro Tippolotti, in cui tale argomento è trattato ricorrendo a una molteplicità di temi e generi pittorici. Da tempo, infatti, la sua pittura verte sulla predominanza del gesto, inteso come trasferimento emotivo dell'interiorità. La parte nascosta (non oscura, va precisato) viene così messa a nudo, pur rifuggendo le logiche della figurazione e dirigendosi, al contrario, verso una più sottile identificazione astratto-informale. E non è un caso, tuttavia, se dopo numerose mostre Tippolotti abbia sentito la necessità di puntualizzare tale aspetto. La sua ispirazione nasce infatti dalla molteplicità di esperienze vissute, incamerate nel tempo come un tesoro dai mille volti e la cui narrazione non può accontentarsi di un semplice genere, ma si trova a percorrere le strade più disparate.