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«...qui aspetto la parola della definitiva riabilitazione e della ritardata liberazione! E qui si interrompe il filo della mia narrazione, un piccolissimo e insignificante granello nella serie della triste e terribile, grande e attuale tragedia ebraica» (Eugenio Lipschitz). Attraverso le storie degli ebrei stranieri presenti in provincia di Padova che, oltre a rappresentare una presenza costante nella società italiana degli anni Trenta, furono una parte considerevole degli internati nel secondo conflitto mondiale, si possono comprendere tempi e decisioni di un regime che appellava gli ebrei come elementi indesiderabili. Chi erano veramente? Quale fu il loro rapporto con Padova e la sua provincia? In questo volume l'autore esamina le decisioni prese dal regime nei confronti degli ebrei stranieri e le loro storie prima che si realizzasse la piena complicità della Repubblica Sociale Italiana. L'analisi di ciò che accadde negli anni precedenti all'autunno del 1943 può fungere da osservatorio privilegiato di come il governo Mussolini stesse indirizzando la sua politica verso una società basata sulla discriminazione e sull'esclusione del "nemico" ebreo dal corpo della nazione.