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Muovendosi tra la modernità musicale e le voci più recenti del comporre, questo volume traccia un percorso di visionari esperimenti compositivi. Il Novecento musicale ha lasciato aperti alcuni enigmi senza risposta, come quelli tra segno e suono, canto e parola. Si delinea così una costellazione di antipodi che comprende tanto la fase archeologica della musica moderna quanto quella dell'antimusica: dagli "Imaginary Landscapes" di Cage ai codici autogenerativi di Donatoni, dagli "Etudes transcendantales" di Ferneyhough a "Risonanze erranti" di Luigi Nono. La partitura non è l'opera, ma ne rappresenta il varco d'accesso elettivo. Il suono è altrove, e i suoi meandri vengono sondati nelle pieghe più incognite di capolavori estremi come "Pierrot lunaire", "Pelléas et Mélisande", "Kat'a Kabanowá", fino al "Prometeo" di Nono, teatro del suono come rappresentazione. Dopo averle fatte vivere nell'aria e nell'ascolto, Marco Angius, uno dei direttori d'orchestra più noti nel repertorio musicale contemporaneo, ha raccolto i sublimi reperti di queste esperienze paradossali intrecciandole in un excursus capace di restituire lo stupore d'infinite trasformazioni della materia sonora.