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Innumerevoli sono state, nel corso della storia, le situazioni di conflitto che hanno travolto le arti, determinando devastazioni, ma anche piani di protezione, salvataggi rocamboleschi, strumentalizzazioni ideologiche, nonché germinazioni critiche rilevanti. Lungo un orizzonte che va dal Risorgimento alla Guerra Fredda e oltre, fino a raggiungere il nostro tempo, questo volume - che ospita contributi di importanti studiosi del settore - propone una riflessione sulle differenti modalità di coinvolgimento del patrimonio artistico negli assetti di crisi. Le prospettive sono molteplici: tutela, ma anche distruzione; furti d'arte e, di seguito, faticose e lunghissime trattative per le restituzioni; perdite e insieme accordi internazionali per la salvaguardia; eroismo di alcuni a fronte della piccineria di altri; speranza coltivata nell'attivazione didattica delle collezioni museali. Notevole interesse è riservato anche alle cicatrici lasciate sul territorio antropizzato: dalle scritte fasciste che, nelle città e nelle campagne italiane, inneggiano alla vittoria, ai bunker NATO dismessi, giù giù fino alle attuali politiche militari americane. Sono così portati alla luce, nell'inanellarsi dei saggi, i molti effetti della triste relazione fra creatività e distruttività umana.