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Le Smarginature proposte da Giorgia Esposito fanno riferimento - come osservato dall'autrice stessa nella nota introduttiva - non solo alla "riduzione dei margini", ma, intransitivamente, anche all'"espandersi oltre i margini, all'esorbitare". Ed è in questa doppia lettura che si situa l'andare "al di là" e il venire "al di qua" del perimetro delle "umane cose", in un circuito affatto definito e perciò dilatabile, dove possono coesistere percezioni che vanno da "(...) Qualcuno sta cercando i suoi, / il non ritorno, il bacio sulla fronte / del padre, il mondo-schermo, / questo tempo tutto da schiarire" fino all'altra parte del mondo, dove "(...) Questo è il solo modo che alcuni / hanno per restare al centro, / scavando come trauma da fuoco / l'ultimo segno del loro passaggio". In questa coabitazione stanno l'ampiezza e la curiosità sollecitata dalle Smarginature di Esposito: nel dialogo tra soggetti e atti che imparano a conoscersi e ad accettarsi, agendo uno di fronte all'altro senza ostilità. Separati e allo stesso tempo uniti da una linea che ne stabilisce - al di là e al di qua del perimetro - la "comunque verità". Augusto Pivanti