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Il presente studio indaga lo sviluppo della dottrina teologica degli Atomisti antichi, secondo cui gli dèi esistono, ma non si occupano in tutto o in parte di noi umani. Ritenuta per lungo tempo espressione di ateismo, essa è presentata qui come una teoria filosofica solida ed eticamente rilevante, perché offre una concezione positiva della natura divina. Il volume compie un'indagine sistematica dei testi teologici degli Atomisti, partendo dai frammenti di Democrito e di Epicuro, fino agli scritti degli Epicurei di età romana, come Demetrio Lacone e Filodemo, preservati soprattutto dai papiri di Ercolano. Oltre alle immancabili somiglianze che intercorrono tra questi autori, si sottolineano anche alcune profonde differenze tra le loro idee. In particolare, si propone l'ipotesi che esistano tre "teologie", o meglio tre varianti teologiche, nell'Atomismo antico: l'idea di Democrito che gli dèi sono mortali e aiutano gli uomini saggi; la concezione di Epicuro, che stima dio un vivente del tutto indifferente alle vicende umane e dedito alla sola contemplazione di sé; la variante degli Epicurei successivi, che considera la divinità come dedita ad azioni e occupazioni che non ledono la sua perfezione. Attraverso le loro ipotesi sulla divinità, gli Atomisti individuano, inoltre, alcuni modelli di beatitudine, al quale l'essere umano deve cercare di assimilarsi per vivere felicemente. Sulla base di tale ulteriore proposta, si ricavano alcune potenziali ricadute morali delle teologie atomiste e si suggerisce che queste possano proporre alternative "stranianti" di pensiero / di prassi, capaci di influire costruttivamente sulle nostre vite.