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Quella di Niccolò Cusano (Cues, o Kues, sulla Mosella, 1401 - Todi, 1464) fu una personalità poliedrica eccezionale. Dottissimo umanista, giurista, diplomatico, matematico, studioso di scienze della natura, filosofo - da molti considerato il padre della filosofia moderna - egli fu però soprattutto un teologo, erede della grande tradizione mistica medievale germanica, che proprio con lui sviluppò tutta la sua potenza speculativa. Se la riscoperta dell'importanza delle sue opere per la filosofia e la scienza moderna è cosa relativamente recente - dai primi del XX secolo - recentissima è quella del corpus dei Sermoni, imponente non solo per il numero, quasi trecento, ma anche per il valore teologico: ciascuno di essi, infatti, pronunciato in volgare tedesco ma poi ampliato e rielaborato in latino, è un vero e proprio piccolo trattato teologico. I Sermoni sono però innanzitutto testimonianza di quell'indefesso impegno pastorale che Cusano, vescovo di Bressanone, poi cardinale del titolo di San Pietro in Vincoli, sentì per tutta la vita come dovere primario. Conscio della crisi della cristianità del suo tempo, e persuaso, insieme, della sostanziale armonia tra filosofia e religione, Cusano cercò infatti di portare avanti una radicale azione riformatrice della Chiesa in capite et membris, in accordo con i papi Eugenio IV, Niccolò V, e soprattutto con l'amico Enea Silvio Piccolomini, papa Pio II. La riforma auspicata, come è noto, non vi fu; sempre a partire dalla mistica medievale tedesca, una ben diversa - lacerante - Riforma avverrà però comunque, mezzo secolo più tardi. Sono qui presentati, in prima traduzione italiana, dieci tra i più interessanti Sermoni predicati da Cusano tra il 1428 e il 1459, dunque lungo tutto l'arco della sua vita religiosa, in Renania, nella diocesi di Bressanone e a Roma.