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Il direttore di un centro di ricerca di Mosca, una guardia armata nell'estremo nord siberiano e due cantanti d'Opera in una stazione di transito sono i protagonisti delle tre storie raccolte in questo volume e ambientate negli anni del terrore staliniano. Scritte da Georgij Demidov tra il 1964 e il 1978, sequestrate e poi rimaste a lungo negli archivi segreti del KGB e comunque ritenute "inadatte" al lettore russo, sono state riproposte in Russia solo di recente e rappresentano un tassello fondamentale per conoscere la letteratura russa del secolo appena trascorso. In esse troviamo alcuni temi della grande letteratura: l'amore e la pena per il distacco dalle persone amate; la crudeltà verso gli inermi; l'assurdità dei talenti sprecati; la follia; la pena di uomini e donne che una catapulta ha scagliato fuori dall'umana esistenza.