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"(...) invece distilla ovunque i suoi compositi umori e anzi trionfa proprio dove non la si dovrebbe cercare a causa dei segnali preventivamente collocati nelle zone narrativamente più lontane dagli autentici e risaputi codici del racconto di anticipazione. (...) in queste pagine con il rigore costruttivo di chi è demiurgo letterario in quanto trova nella matematica le ragioni della propria scrittura. Qui, infatti, il matematico non si autoproclama e non si nega: riesce a colorire di alternative figurali tutti gli spazi di cui si occupa. Così gli risulta facile edificare anagrafi possenti di uomini illividiti, e spezzare barriere di identificazione, contaminando linguaggi. È un novum nitido, il suo, ma è anche sfuggente e platealmente non catturabile. (...)" Dalla prefazione di Antonio Faeti.