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Frutto dell'impegno degli ultimi anni di vita di Giovanni Antonazzi, il volume presenta con taglio annalistico la vita e le opere di don Giuseppe De Luca: dall'infanzia in Lucania al trasferimento nel Seminario di Ferentino (1909), dal passaggio a Roma (1911) all'intensa collaborazione fra gli anni Trenta e Quaranta col «Frontespizio» e con la Morcelliana, sino alla morte prematura (1962). Prende così forma il disegno della sua vita, il «laborioso farsi», attraverso incertezze fragilità dubbi. Nella netta bipartizione delle due stagioni ? delle «belle lettere», negli anni Venti e Trenta, e dell'erudizione, dagli anni Quaranta in poi ? costante è l'aspirazione a un'opera grande continuamente disattesa per gli impegni quotidiani. Fondato su un larghissimo uso delle corrispondenze di De Luca con amici laici ed ecclesiastici, il volume non ha intenti agiografici o celebrativi. Presenta il ritratto di un uomo vivo, con i condizionamenti della sua ricca ma anche incostante, mutevole e sconcertante umanità, bruciata però e trasformata da un amore inestinguibile per Cristo e per la Chiesa. In ragione dell'ampiezza delle sue relazioni e della sua opera, la figura di De Luca diviene un punto di osservazione privilegiato non solo sulla cultura cattolica ed ecclesiastica dal modernismo al Vaticano II, ma anche sulla cultura europea dalla fine dell'Ottocento alla metà del Novecento.