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L'esame dei resti umani attribuiti a Giambattista Vico è il punto di partenza di uno studio multidisciplinare tra antropologia, paleopatologia, storia e archivistica, che mira a sfatare molte presunte certezze e a far luce su aspetti meno noti dell'esistenza del filosofo. Scrivere di Vico significa parlare anche dell'uomo e non solo del suo pensiero, rintracciare i luoghi della sua vita e gli oggetti che gli sono appartenuti, così che a raccontare del genio siano i muri delle case, le strade e i vicoli della città in cui visse, per restituire il personaggio alla storia oltrepassando i semplici dati biografici. La ricerca fornisce in tal senso un contributo originale sul 'corpo' di Vico, nelle sue fattezze fisiche e psichiche, e un'indagine accurata sulle case in cui abitò, identificate inseguendo lo studioso in tutti i suoi spostamenti noti e meno noti, permettendo di visualizzare topograficamente e architettonicamente il suo vissuto e giungendo, in ultimo, alla certezza che lo scheletro a lui attribuito, a conferma dei dubbi di Benedetto Croce, non gli apparteneva.