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Lo dice anche la nostra Costituzione: l'Italia è un Paese libero, un sistema democratico fondato sul diritto al lavoro, anzi sulla dignità del lavoro. Ogni cittadino italiano deve potersi realizzare secondo le proprie capacità e potenzialità. Che non sia così è però cosa nota. In pratica, c'è chi può e chi non può. Nessuno mi dirà: congratulazioni, il posto è suo. Eccomi: io appartengo alla seconda categoria, quella del sogno italiano al contrario, che garantisce infinite possibilità di dialettica politica, assicura nel tempo tematiche di scontro politico, sociale, economico e chi più ne ha più ne metta. Perché i casi, i problemi, vanno creati e qualcuno li deve rappresentare. Diversamente, i talk show e le varie correnti politiche non avrebbero temi e argomenti di scontro su cui costruire il consenso. Nel mio caso, mi porto dietro l'eredità morale di un padre che per la sua Italia avrebbe dato la vita ma è rimasto sempre ai margini. Dunque, porte chiuse! Per dirla musicalmente: "Benvenuti a un pianto che commuove" in questo viaggio nel tempo e nel contorto, contraddittorio sistema Italia.