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Raccolta di poesie sotto forma di sonetti, in parte dedicata a Roma, in parte contenenti altri oggetti, in romanesco, italiano e dialetto capistrellano. I temi trattati sono scorci di esistenza quotidiana, racconti di vita, ricordi dell'autore, e riflessioni varie. L'opera è spassosa per l'ironia che la pervade, sebbene contenga anche una nota malinconica improntata alla nostalgia per fatti ormai passati e per una Roma che non esiste più (e per la quale il poeta nutre un evidente amore, quasi essa fosse una donna), complici i cambiamenti degli ultimi decenni. Sembra di leggere una storia, saltando di sonetto in sonetto, che è in definitiva la storia del folklore italiano del nostro recente passato con la sua musica, i sapori della sua gastronomia, le sue automobili, le sue figure religiose. E non manca una nota più propriamente critica, in particolare verso la classe politica del nostro Paese e gli ipocriti che si incontrano nel corso dell'esistenza.