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Se la letteratura assoluta è un sapere fondato in se stesso, che «si assimila alla ricerca di un assoluto» e ha un che di absolutum, sciolto dalla catena di errori popolari divenuti cultura e dall'annosa funzione di utilità sociale, questo volume esplora un possibile percorso lungo il quale si è manifestata in opere e poeti o scrittori che l'hanno incarnata, al tempo in cui essa è stata scoperta o si è palesata, tra la fine del Settecento e il presente. Nel titolo Rolando Damiani, studioso e biografo di Leopardi e curatore dell'edizione italiana degli scritti di Antonin Artaud nella sua clausura manicomiale, cercatori entrambi di assoluto e uomini a sé stanti, ha scelto queste due stelle come orientamento nell'osservazione spaziale di una costellazione che ha un'estrema varietà di punti luminosi o fonti di luce, per non dire corpi celesti. Nella mappa parziale qui tracciata in capitoli, il loro ordine è talora cronologico; tuttavia la sequenza e ugualmente la selezione degli autori vogliono ubbidire alla sola legge o forza di analogia, che nell'universo del pensabile sovrasta quella di gravità. Vi si trovano dunque grandezze affini ma disuguali se non opposte, Tolstoj e Irène Némirovsky, d'Annunzio nel dorato romitaggio finale e Comisso nell'avventura della Grande Guerra, René Daumal e Cioran, Etty Hillesum e Simone Weil, Parise e Ceronetti, Roberto Calasso teorico e scrittore di letteratura assoluta e Bobi Bazlen "scrittore di nessun libro", alle cui sparse pagine edite si può accostare la breve raccolta d'aforismi rielaborata per decenni e per «spirito di perfezione» da Georges Roditi, scrittore di un solo libro.