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Sono interviste effettuate a chi volontariamente ha accettato di narrare la propria esperienza, poi trasformate in racconti. Il tema, quello della violenza perpetrata fra le mura domestiche. Nascosta agli occhi dei più, troppo spesso classificata come "naturale che sia", è la forma più vigliacca di sopraffazione, anche perché espressa nei confronti: di donne, bambini, anziani. Cioè verso chi di solito non ha la forza di reagire. La donna, perché cresciuta nella cultura dove è lei che deve ubbidire al marito, al padre o a chi altro. Perché la moglie è del marito; ma anche il marito è della moglie. E, che è pure peggio, i figli sono dei genitori. Ma nessuno appartiene a nessuno, se non lo vuole lui e fino a dove lo decide lui. Mio figlio è mio figlio, ma non è mio; mia moglie è mia moglie, ma non è mia. È di sé stessa; tuttalpiù, ma solo se lo vuole, può prestarsi in comodato. I bambini, poi, che si fidano degli adulti, uomini o donne non importa, perché da loro si aspettano gioco, affetto, protezione, rifugio, favole. Sono storie di vittime reali di violenze brutali, psicologiche sessuali, non importa: di violenza. Ad ognuna di loro il nome di un fiore.